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Investigazioni post GP Brasile: perché non è arrivata alcuna penalità?

Bisogna sempre ascoltare i piloti. E se quasi tutti, via radio, hanno fatto notare le condizioni di impraticabilità della pista, bisogna fidarsi di loro...

Perché la Federazione Internazionale ha approfondito ogni singola questione ed alla fine si è deciso, a seconda dei casi, per una multa o per l’assoluzione, pur riconoscendo in tutti i casi una violazione.

Partiamo con ordine: Norris, Russell, Tsunoda e Lawson erano accusati di aver violato la procedura di partenza. Con la notazione “aborted start”, cioè procedura di partenza abortita, i piloti devono rimanere fermi sulla griglia: per questo tanti, tra cui Leclerc e Verstappen, avevano già spento il motore (facendo la cosa giusta). Tutti sono stati fatti poi ripartire per questione di praticità dalla direzione gara, per riordinare per bene la griglia. A Norris ed a Russell è stata riconosciuta l’infrazione dell’articolo 47.1 del Regolamento Sportivo, e sono stati entrambi puniti con 5.000 euro di multa. A Tsunoda e Lawson, invece, è stata riconosciuta l’attenuante fornita dagli stessi Norris e Russell, che muovendosi dalla griglia hanno indotto in errore anche loro due. Pur infrangendo le regole, insomma, Yuki e Liam sono stati graziati per aver reagito d’impulso al movimento delle auto davanti a loro.

Nessuna sanzione neanche per la Mercedes, accusata di aver ritoccato la pressione delle gomme con i pneumatici già montati sulla macchina, contravvenendo alla direttiva tecnica TD003. Mercedes ha oggettivamente rischiato molto, ma i commissari sono stati benevoli: riconoscendo la confusione data dalle “circostanze inusuali” e dalla difficoltà di accesso in griglia data dalla logistica di Interlagos, la Mercedes se l’è cavata con 5.000 euro di multa per macchina (dunque un totale di 10.000). E’ importante sottolineare che la pressione delle gomme rientrava regolarmente nei parametri stabiliti, per cui non c’è stata alcuna violazione tecnica, ma solo procedurale. Tuttavia, questa violazione di solito basta per avere sanzioni sportive: se non sono arrivate, è perché la Federazione ha ritenuto particolari le circostanze. Altrettanto importante è sottolineare come questa decisione, ed i commissari si sono affrettati a scriverlo nel documento, non farà da precedente: tutto è relativo alle “condizioni uniche” incontrate nei minuti prima del via di Interlagos.

Infine, “graziato” anche Sainz: lo spagnolo della Ferrari era stato accusato di guida pericolosa, perché ha mosso la macchina mentre i commissari stavano provando a rimuoverla dopo il suo contatto con le barriere. E’ andata così: dopo l’incidente, Carlos si è fermato ed ha tolto il volante, e per questo i commissari si sono avviati verso la sua monoposto. Tuttavia, nel frattempo, dal muretto hanno fatto sapere al pilota che la macchina poteva essere ricondotta ai box, e per questo Sainz ha provato a ripartire. A salvare lo spagnolo, l’ammissione di non aver visto i commissari di pista arrivare nella sua area per rimuovere la vettura.

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