Temi caldi
Giorgio Ferro
16 mag 2025
Dopo 6 GP corsi in giro per il mondo, il Circus della F1 approda in Europa. E lo fa in uno dei circuiti più belli nel panorama mondiale, Imola. Complicato dal punto di vista tecnico, emozionante per i momenti adrenalici che sempre regala ed eccellente per la struttura organizzativa che lo gestisce.
Insomma, si va ad Imola sempre con enorme piacere. Un’emozione che speriamo vivamente di veder prolungata ancora nei prossimi calendari della F1. Se lo merita Imola e ce lo meritiamo noi.
Dicevamo che Imola è un tracciato tecnicamente complicato. Lì dentro – per sorridere al responso del cronometro – le vetture devono essere stabili e precise, più ancora che da altre parti. Un anteriore pronto e direzionale, bilanciato da un retrotreno che segue come sui binari. I cordoli alti – che vanno presi perché altrimenti perdi una settimana – devono essere assorbiti dolcemente dalle sospensioni, per evitare di spaccare il fondo vettura o di saltare come un canguro da un lato all’altro della pista. Ci vuole carico aerodinamico, sì, ma molto ben bilanciato e stabile tra gli assali e soprattutto molto efficiente, ovvero poco dispendioso in termini di Cx. Un circuito dove il pilota fa ancora la differenza, in termini di precisione di guida e consistenza. Perché è tosto girare lì dentro per 63 giri. E se sbagli, i muri sono lì…
Arriviamo a Imola dopo sei Gp che hanno dato responsi piuttosto chiari. McLaren di un’altra categoria, forte di un bilanciamento perfetto in tutte le condizioni e di una gestione ottimale del grip degli pneumatici per tutta la durata della gara. Una performance che non ha cali e che è stata fin qui insidiata unicamente dalle esplosioni di talento di Max Verstappen.
Detto prima cosa conta per andare forte a Imola, queste considerazioni sono sufficienti per farci azzardare la previsione, più che ragionevole, che le McLaren saranno davanti a tutti anche nel prossimo weekend. Difficile, infatti, pensare ad un rimescolamento delle forze in campo, che sono così chiaramente stratificate. L’anno scorso quasi tutti fecero una sosta sola, per cui anche sul tema strategie sembrerebbe esserci poco da inventare.
I due Papaya Boys saranno sicuramente favoriti con la loro MCL39. E poi ci sarà Max che, non dimentichiamolo, ha vinto a Imola tre volte su quattro. Gli altri dietro, a farsi trovare pronti in caso di qualche ribaltone estemporaneo. Di sicuro, chi avrà la sfortuna di tenere a bada un toro meccanico imbizzarrito, pagherà non poco sui saliscendi imolesi. Non facciamo nomi, ma ci siamo capiti…
Insomma, ci avviciniamo al GP di Imola convinti che magari ci regalerà qualcosa di speciale, ma pragmaticamente sicuri che non ci sia granché da aspettarsi. Anzi, la stabilità e la guidabilità della McLaren che abbiamo visto finora lasciano presagire che alla bandiera a scacchi il vantaggio sugli inseguitori sarà ancora maggiore del solito. Fatta eccezione per Verstappen che potrebbe andare a rompere le uova nel paniere di Zak Brown e Andrea Stella, soprattutto se i due loro piloti decidessero di iniziare a farsi la guerra…
Che capiterà, prima o poi. Ne possiamo stare certi. E bisognerà vedere come il muretto McLaren gestirà la querelle. È facile pensare che proprio quello sarà uno dei pochi temi che aiuterà a tenere viva l’attenzione per un Mondiale che si avvia purtroppo a diventare scontato. Il vantaggio di 105 punti che la McLaren ha sul secondo team nella Classifica Costruttori dopo soli 6 GP è enorme. Ed è stato superato solo due volte negli ultimi dieci anni. In entrambi i casi, chi era in fuga non è più stato ripreso. Nel 2019 fu la Mercedes a vincere e nel 2022 la Red Bull prese il volo fregiandosi del titolo con largo anticipo.
Ecco, questo è il rischio che noi appassionati corriamo quest’anno. Di vedere chiusi i conti del titolo Costruttori già poco dopo la pausa estiva, lasciando aperta solo più la battaglia tra i due galletti per la Classifica Piloti. Un gap che – se si dovesse confermare anche dopo questo lotto di gare europee – indurrebbe la stragrande maggioranza dei team ad anticipare il focus (ed il budget) sul progetto per la stagione prossima che vedrà un’importante rivoluzione tecnica. I progetti 2025 andranno inevitabilmente alla deriva, così come sono, senza investire ulteriormente competenze, tempo e denaro per sviluppi che non avrebbero alcuna possibilità di sovvertire il risultato finale.
Ed allora si torna a pensare alla scelta della Ferrari di affrontare questo Mondiale con una vettura completamente rivoluzionata rispetto alla passata stagione. Senza la possibilità di fare test per comprenderne le caratteristiche e trovare il bandolo della matassa in tempi ridotti. E con un anno solo davanti per passare all’incasso. Con l’unica possibilità di riuscita legata alla creazione di un missile che fin da subito fa la differenza su tutti gli altri. Approccio ambizioso. O forse presuntuoso.
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