Andiamo a scoprire nomi e volti di chi si è distinto nel corso del 2023, non necessariamente per meriti sportivi: nella stagione dominata da Verstappen, c'è stato spazio pure per altre storie umane e professionali

F1 2023: le 10 personalità dell'anno

<h2>James Allison</h2>

<p></p>

<p>La sua è una storia umana, oltre che professionale. Quando la moglie <strong>Rebecca</strong> se ne è andata all'improvviso per meningite fulminante, ha ovviamente dovuto riorganizzare la sua vita, per badare ai figli e dare forza anche a sé stesso. Con il tempo ha trovato un'altra persona, <strong>Chloe</strong>, con la quale le cose sono andate bene: lei viveva in Francia, ma ha deciso di seguirlo in Inghilterra e lui, di rimando, aveva scelto di fare un passo indietro per consolidare il rapporto. Trovata una nuova stabilità, ha deciso di rifare un passo avanti, e da aprile eccolo di nuovo in veste di direttore tecnico in <strong>Mercedes</strong>. Della <strong>W14</strong> ha dovuto analizzare soprattutto i punti deboli, senza poter mettere grande mano negli sviluppi: gli sforzi si sono concentrati sulla <strong>W15</strong>, la macchina che deve essere un vero punto di svolta a Brackley. Un DT non può fare miracoli, ma è sempre meglio avere le persone giuste al posto giusto, e nei mesi del rientro non ha lavorato su bulloni o alettoni, ma sulle persone: la Mercedes si era disunita tra i reparti smarrendo la fiducia, sta a lui ristabilire il vecchio equilibrio per far ritrovare autostima in fabbrica.</p>

<div style="page-break-after: always"><span style="display: none;"> </span></div>

<h2>Fernando Alonso</h2>

<p></p>

<p>La carta d'identità dice <strong>42 primavere</strong>, e mai come nel suo caso si ha la sensazione che l'età sia solo un numero. Se sta davanti, è un bene per tutti: lotta, diverte, polemizza quando qualcosa non gli va a genio. La numero 33 non è arrivata ed è un peccato, perché con l'inizio travolgente di stagione che hanno avuto lui e la <strong>Aston Martin</strong> ci sperava: poi ha dovuto fare i conti con ambizioni ridotte, leggasi difficoltà negli sviluppi, ma sul finale di campionato è tornato a togliersi soddisfazioni come il podio di Interlagos. Dategli una macchina vincente, al resto penserà lui.</p>

<div style="page-break-after: always"><span style="display: none;"> </span></div>

<h2>Valtteri Bottas</h2>

<p></p>

<p>Ad inizio carriera sembrava apatico, invece con il trasferimento ad <strong>Hinwil</strong> ha tirato fuori personalità: si fa i baffetti da messicano, veste e parla in modo un po' più stravagante, ha pure posato per un calendario a scopo benefico (un fine nobile: applausi). Non è più il pilota timido, introverso ed in alcuni casi pure un po' impacciato che era ai tempi della <strong>Mercedes</strong>. No, adesso è uno che se la gode di più: forse ha capito che il meglio è passato, probabilmente è consapevole che a 34 anni compiuti le stagioni in F1 non sono eterne ed è meglio vivere sereni (che non significa essere superficiali) finché si può. Certo, le prestazioni ne hanno risentito ed i bilanci del 2023 lo vedono tra i bocciati, se è vero che non ha più fatto una grande differenza rispetto a <strong>Zhou</strong>, ma non è che questa <strong>C43</strong> permettesse di inventarsi chissà che.</p>

<div style="page-break-after: always"><span style="display: none;"> </span></div>

<h2>Bruno Famin</h2>

<p></p>

<p>L'ennesima ricostruzione di casa <strong>Alpine</strong> porta il suo volto. Una vita in <strong>Peugeot</strong>, un passaggio alla Fia, una rapida promozione in Alpine: nel febbraio 2022 viene nominato direttore esecutivo responsabile del motore, a luglio è promosso alla carica di vice presidente e responsabile di Alpine Motorsport ma dopo due settimane, dopo il terremoto interno, <strong>Luca De Meo</strong> non può fare altro che indicarlo come team principal ad interim. In un colpo solo, ad <strong>Enstone</strong> hanno fatto fuori team principal (Otmar Szafnauer), direttore tecnico (Pat Fry) e direttore sportivo (Alan Permane): per la ricostruzione, l'ennesima, ci vorrà tempo. Buon lavoro.</p>

<div style="page-break-after: always"><span style="display: none;"> </span></div>

<h2>Christian Horner</h2>

<p></p>

<p>Quando fu chiamato a dirigere la debuttante <strong>Red Bull</strong>, un paio di mesi prima dell'inizio del mondiale 2005, in tanti storsero il naso, tanti altri invece non sapevano nemmeno chi fosse. Si era fatto notare a capo della Arden dopo aver interrotto, a soli 25 anni, la carriera di pilota: in pista ha incrociato pure <strong>Sophie Kumpen</strong>, la mamma di Verstappen, ma aveva lasciato senza rimpianti perché aveva capito in fretta che con il volante in mano non sarebbe arrivato lontanissimo. Stimava in modo pazzesco <strong>Adrian Newey</strong> e stravedeva per la sua <strong>March 881</strong>: qualche tempo dopo lo ha convinto ad aggregarsi alla sua squadra e la storia non è più stata la stessa. Una stagione dominata, con un sacco di record ed il primo 1-2 in classifica Piloti da quando è alla Red Bull, ormai da 19 stagioni. Nella vita privata tifa Coventry, si gode il suo chiacchierato matrimonio con <strong>Geri Halliwell</strong>, ex Spice Girls, gestisce alla perfezione il concetto di famiglia allargata ed ha felicemente tagliato il traguardo dei 50 anni.</p>

<div style="page-break-after: always"><span style="display: none;"> </span></div>

<h2>Liam Lawson</h2>

<p></p>

<p>Arriva dalla <strong>Nuova Zelanda</strong>, un Paese in cui quando la F1 corre è già domenica sera, se non addirittura lunedì mattina. Eppure, i kiwi hanno una bella tradizione con il Circus: <strong>Bruce McLaren, Denny Hulme e Chris Amon</strong> i più grandi. Cinque anni dopo <strong>Hartley</strong>, Liam ha riportato a punti i kiwi sfruttando al massimo l'opportunità arrivata dal ko di Ricciardo, chiudendo 9° a Singapore come ciliegina sulla torta di una stagione che lo ha visto impegnato principalmente nel difficile campionato di<strong> Super Formula</strong>, dove ha chiuso 2° in graduatoria con tre vittorie all'attivo. Abbastanza perché la Red Bull lo tenga in caldo per un sedile da titolare non più tardi del 2025.</p>

<div style="page-break-after: always"><span style="display: none;"> </span></div>

<h2>Laurent Mekies</h2>

<p></p>

<p>Da Faenza e ritorno. Prima di lavorare alla Fia e di approdare alla Ferrari, era stato capo ingegnere nell'allora<strong> Toro Rosso</strong>, e lì dove tutto è cominciato (anche se, va detto, ha avuto una parentesi iniziale alla Arrows) è pronto a tornare per il passo più grande della carriera, quello di team principal. La storia a Maranello (era direttore sportivo) si è chiusa senza titoli ma evidentemente la galassia Red Bull punta sulle sue qualità: rileverà lo scomodo posto di <strong>Franz Tost</strong>, per 18 anni alla guida dei faentini. Non farlo rimpiangere sarà la vera sfida.</p>

<div style="page-break-after: always"><span style="display: none;"> </span></div>

<h2>Andrea Stella</h2>

<p></p>

<p>Una volta disse che, da vecchio, vorrebbe poter dire di aver lasciato ai suoi figli un mondo migliore di come lo ha trovato lui. Di sicuro, lo sta facendo nella piccola <strong>Woking</strong>, dove in un anno ha ribaltato la <strong>McLaren</strong>: sono partiti a fari spenti, ma sono cresciuti talmente tanto da ritrovarsi, su determinate piste, quale prima alternativa alla Red Bull. “Gobbo” di fede calcistica, schiena dritta nel lavoro in fabbrica: sta portando in Inghilterra gli insegnamenti del fantastico periodo in Ferrari, dove ha potuto osservare da vicino <strong>Todt, Brawn ma pure Schumacher, Raikkonen e Alonso</strong>. Uomo apparentemente semplice, che vede nella passeggiata al parco con la moglie il miglior modo per rilassarsi, ma quando gli chiedono cosa gli piaccia di più fare, risponde <em>“vincere”</em>.</p>

<div style="page-break-after: always"><span style="display: none;"> </span></div>

<h2>Max Verstappen</h2>

<p></p>

<p>Un'alterigia da battaglia sempre pronta a scendere in pista, anche quando domina e non ne avrebbe bisogno. E' il sintomo di una fame atavica che non si placa, che non accenna a diminuire. Il suo ingegnere di pista <strong>Gianpiero Lambiase</strong>, ha già gli incubi: <em>“Mi tratta così adesso, figuriamoci quando perderemo...”</em>. “GP”, come a Milton Keynes chiamano Gianpiero, sa che le vittorie non sono eterne, ma sa anche di lavorare con un pilota che sta riscrivendo completamente il libro dei record: 19 vittorie in un anno, una mitragliata di primati buttati giù. E' stato pure l'unico capace di andare in direzione ostinata e contraria a <strong>Liberty Media</strong> in uno degli ultimi GP, quello di Las Vegas. E' un racer puro, Max: a lui non interessano fuffa e luccichio, lui vuole correre. E farlo, possibilmente, nei circuiti vecchio stile: quelli su cui si esalta.</p>

<div style="page-break-after: always"><span style="display: none;"> </span></div>

<h2>James Vowles</h2>

<p></p>

<p>Era a capo del reparto strategico della <strong>Mercedes</strong> e ad osservare le mosse del muretto anglo-tedesco, forse, la sua mancanza si è avvertita. E' sua la voce del famigerato audio “<em>Valtteri, it's James”</em>, ma bastano quei pochi secondi di comunicazione per capirne l'autorità: in <strong>Williams</strong> per il momento non possono che essere felici di averlo al vertice. <strong>Wolff</strong>, quando gli aveva dato il via libera per andare a Grove, lo aveva fatto a malincuore perché se lo sarebbe tenuto volentieri in squadra, ma non poteva di certo negare ad un validissimo collaboratore un'offerta significativa come quella del ruolo di team principal. I primi frutti li ha già raccolti: in Williams c'è molto da ampliare a livello di mentalità, strutture e personale, ma intanto la squadra ha chiuso al <strong>7° posto tra i Costruttori</strong>, miglior risultato delle ultime sei stagioni.</p>

<p>Andiamo a scoprire nomi e volti di chi si è distinto nel corso del 2023, non necessariamente per meriti sportivi: nella stagione dominata da Verstappen, c'è stato spazio pure per altre storie umane e professionali</p>
