GP Italia: le domande del lunedì

GP Italia: le domande del lunedì© Getty Images

Nel giorno dello straordinario successo di Leclerc e della Ferrari, ci si chiede dove abbia sbagliato la McLaren e cosa abbia rallentato la Red Bull a Monza, mentre Magnussen si becca una squalifica: Bearman al suo posto?

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02.09.2024 ( Aggiornata il 02.09.2024 16:30 )

Monza: perché questa indecisione tra una o due soste?

Tutto è dipeso dal nuovo asfalto, sul quale non c’erano riferimenti. E che le prove libere, soprattutto la seconda sessione del venerdì, non sono state in grado di far conoscere in maniera esaustiva alle squadre per mancanza di tempo.

Monza, con i lavori di quest’anno, è cambiata più di quanto si possa pensare dalla tv. I cordoli più bassi, ad esempio, hanno avuto ripercussioni pure nello stile di guida: alla Roggia ed alla Ascari i piloti sono potuti andare più aggressivi, perché c’è meno rischio nel “tagliare” la curva. E pure il nuovo asfalto ha portato con sé cambiamenti notevoli soprattutto nel comportamento delle gomme: ora è più liscio e più scuro, e per questo trattiene il caldo più di prima. Fattori che hanno facilitato lo scivolamento delle vetture in pista, innescando con più facilità il graining, acuito al venerdì dal fatto che l’asfalto, proprio perché nuovo, aveva livelli di aderenza molto bassi.

La Pirelli lo aveva detto già alla vigilia, che la pista sarebbe andata incontro ad una rapida evoluzione, e così è stato. Non abbastanza per la McLaren per scongiurare il graining, sufficientemente affinché la Rossa potesse trovare condizioni a lei più congeniali. Le nuvole che in qualifica avevano fatto di calare di pochi gradi la temperatura dell’asfalto, poco ma a sufficienza per mettere in difficoltà la SF-24 soprattutto all’anteriore (la macchina ha perso temperatura ed ha avuto più difficoltà col sottosterzo), in gara hanno dato una mano alla Rossa: in una corsa praticamente senza mai il sole, la temperatura dell’asfalto è stata più contenuta (dai 52° C del via si è progressivamente scesi a 44) e così è stato più facile gestire le gomme.

Nella tenuta dei pneumatici ovviamente gli effetti sono dovuti anche alle scelte di assetto, ed ha pagato la scelta della Ferrari di essere meno carica aerodinamicamente rispetto alla McLaren. La MCL38 ha ancora qualcosa da mettere a posto quando si presenta il graining all’anteriore, tant’è che la Rossa, pur con meno carico, lo ha gestito meglio. Ed è stato probabilmente questo a fare la differenza: in McLaren erano preoccupati dal graining anteriore ed entrambi i piloti hanno detto che secondo loro, per le condizioni in cui era l’anteriore sinistra (la più sollecitata a Monza, tra le due di Lesmo e la Parabolica Alboreto), fare una sola sosta era piuttosto complicato, anche se Piastri dopo la corsa è stato più possibilista.

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McLaren poteva fare una sola sosta?

Difficile dirlo senza guardare i loro dati. Ciò che è certo è che loro sono partiti fermamente convinti della strategia a due soste, e che sono stati prevalentemente i piloti a indurre la squadra a mantenere il piano: i tecnici dal muretto hanno chiesto a Piastri e Norris se non ci fosse la possibilità di effettuare un solo pit-stop, ma entrambi hanno risposto negativo.

A Monza c’è stato tanto equilibrio in gara che rende complicato stabilire con certezza una scala dei valori, soprattutto a seconda di come si guardano le cose. Norris, ad esempio, ha detto che la MCL38 era sì la più veloce, ma solo in qualifica: non potendo loro permettersi la singola sosta, secondo lui la miglior macchina nella domenica è diventata automaticamente la Ferrari, che invece era migliore nella gestione del graining anteriore. Come valore assoluto dunque la MCL38 era la più veloce, ma non ha tutti i torti Lando quando dice che se la si guarda nel complesso la SF-24 valeva la macchina color papaya. Brown invece è stato più categorico, sottolineando che fosse comunque la MCL38 la più forte a Monza, e che solo la strategia ha fatto la differenza.

Norris ha escluso tassativamente la possibilità per la McLaren di fermarsi una sola volta, mentre Piastri era più dubbioso dopo la bandiera a scacchi: Oscar ha ammesso che è sempre facile parlare dopo, ma che la singola fermata fosse, come si è visto, la scelta vincente. Intimamente i due piloti McLaren sanno che da rivedere è l’approccio agli stint: sono partiti consci del piano a due soste ed hanno spinto forte sia nel primo che nel secondo stint, ed è proprio il secondo stint che ha fatto la differenza. Con un approccio aggressivo sul set di hard, i due hanno reso inevitabile un’altra sosta sia per il primo pit-stop anticipato sia per la condotta sul primo treno di dure, perché la loro “introduzione” è stata tutt’altro che morbida e con il passare dei giri non c’era tempo per fare marcia indietro sulla scelta dei due pit-stop. Al contrario, Leclerc e Sainz sono stati meno cruenti nei primi giri con la hard e questo ha permesso loro di portare quel treno di gomme fino in fondo.

La McLaren ha dunque di nuovo perso non sul piano puramente velocistico, ma su quello tattico. E sarà un qualcosa da rivedere, perché questa macchina finora avrebbe meritato più di tre vittorie, ma ad oggi è questo il bottino di Woking. E rivedibile, forse, è pure la gestione dei piloti.

Piastri: "Fa male perdere così"

Papaya rules: cosa sono?

Facciamolo spiegare a Zak Brown: “Significa per i nostri piloti giocare pulito, comportarsi da compagni di squadra. Possono combattere tra loro ma in modo pulito, senza toccarsi”. Dunque le “papaya rules”, menzionate via radio dal team, sono state rispettate in pieno, anche se Norris ha ostentato poca convinzione: se avesse frenato un metro dopo alla Roggia, ha detto, l’incidente sarebbe stato inevitabile.

Di sicuro è un sorpasso che fa male al morale, perché farsi passare così all’esterno dal compagno di squadra brucia a tutti i piloti. E’ un sorpasso assolutamente legittimo da parte di Piastri dal momento che non c’erano indicazioni contrarie, ma è pure un sorpasso che ha messo il team in una condizione differente rispetto alle condizioni di partenza. L’idiosincrasia di Norris nel tenere la pole al via è conclamata (cinque pole e due partenze al palo nelle sprint: mai una volta che Lando abbia chiuso il primo giro in testa in queste sette occasioni), ma come logica di squadra non è stato l’ideale: fossero rimaste davanti entrambe, le MCL38 avrebbero potuto gestire meglio il ritmo senza attaccarsi tra loro, mettere meno alla frusta le gomme e di conseguenza ragionare con più freddezza sul tema della strategia, tra uno e due pit-stop. Nel Costruttori il team vola, viene da 12 podi consecutivi ed ormai il sorpasso a Red Bull (-8) è annunciato: con un Verstappen così in difficoltà però Monza sa tanto di regalo, soprattutto per il campionato Piloti.

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