Ferrari e Monaco: 75 anni dal debutto del Cavallino Rampante

Gli anni che passano non sono tutti uguali

Ecco, come se fosse un segno del destino, 75 anni dopo la Ferrari, o meglio tutta la F1, è ancora a Monaco, nella sua ormai storica collocazione alla fine di maggio. Non si può fare finta di niente, Maranello non arriva a questa ricorrenza come avrebbe voluto. Ci arriva col fiatone, ci arriva con la delusione di chi avrebbe voluto di più e di chi avrebbe voluto presentarsi all'anniversario molto meglio, almeno non con la paura di fare un'altra figuraccia in qualifica che, nel Principato, assomiglia tanto ad una pietra tombale sulle speranze. Il Cavallino ci arriva come se per una volta sentisse il peso degli anni che passano, ma non quelli del debutto: l'azienda va meravigliosamente, almeno a livello economico. Gli anni che pesano sono quelli senza titolo mondiale, che si fanno sentire tanto e più di qualsiasi compleanno. I digiuni che fanno venire i crampi dalla fame, quelli sì che sono anni che si fanno sentire tutti.

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Sempre al galoppo

Se il presente è amaro, la storia è quantomeno ricca. In questi 75 anni, una Rossa giunta alla sua 76° partecipazione su 76 ha tutti i numeri che contano dalla sua parte, a cominciare da quello delle presenze: 1015 GP non li può vantare nessuno. Così come le 248 vittorie, le 253 pole position, gli 830 podi, i 263 giri veloci e, ovviamente, i 31 titoli iridati, tra i 16 Costruttori ed i 15 Piloti. Non si può, e non si deve, vivere di ricordi, perché non può bastare la storia a togliere l'appetito, altrimenti in F1 si è già perso. Ogni tanto, però, è anche giusto guardarsi indietro, per godersi, giusto per un momento, il percorso che si è fatto. Un percorso irripetibile, va detto, perché nessuno, nel bene o nel male, è la Ferrari. Girarsi indietro, ammirare il panorama, poi voltarsi di nuovo e ricominciare a correre. Anzi, a galoppare, come il Cavallino Rampante ci ha insegnato: 75 anni sono passati, ma di questa storia ancora non si vede la fine.

(2/2).