Gerhard Berger: "Max come Senna"

Pubblicato il 24 novembre 2025, 09:40 (Aggiornato il 24 novembre 2025, 12:31)
Nella cornice del The Space Cinema Moderno di Roma, la presentazione del docu-film Benetton Formula ha riportato alla luce uno dei capitoli più vivaci, audaci e rivoluzionari della storia della Formula 1. Gerhard Berger è uno dei pochi che può raccontare Benetton con l’esperienza diretta di chi c’è stato nei momenti davvero decisivi: prima negli anni ’80, quando firmò la prima vittoria della squadra, e poi nel suo ritorno a metà anni ’90, quando portò a casa anche l’ultimo trionfo dell’era Benetton prima del passaggio a Renault. Una prospettiva privilegiata su una scuderia che ha segnato un pezzo importante della Formula 1 moderna. La sua voce, in esclusiva per Autosprint, restituisce lo spirito di una scuderia che seppe irrompere nel Circus con l’irriverenza del suo DNA non automobilistico e con una competitività feroce, aprendo la strada a un nuovo modo di concepire il motorsport.
Nell’intervista Berger riflette sull’eredità di Benetton, sul mito di Ayrton Senna, con cui ha condiviso momenti decisivi dentro e fuori dalla pista, e sul presente della Formula 1, dove intravede in Max Verstappen l’unico pilota in grado di incarnare, almeno tecnicamente, lo spirito e la perfezione del campione brasiliano. Uno sguardo esperto, sincero, capace di collegare passato e presente senza nostalgia, ma con la consapevolezza di chi ha respirato l’essenza più pura delle corse.
Guardando oggi il ruolo di Benetton nella storia della Formula 1, qual è, secondo lei, l'eredità più significativa che ha lasciato al mondo delle corse e ai piloti delle generazioni successive?
"Penso che l'impatto più grande di Benetton sia stato quello di essere stata la prima azienda ad arrivare non dall'industria automobilistica, non dall'industria delle corse, ma dall'industria tessile, con un approccio completamente nuovo, molto aggressivo, molto vivace, molto rilassato, ma molto competitivo. Quindi penso che abbia aperto le porte a nuove aziende, non interne all'industria automobilistica. Benetton è stata la prima, di grande, grande successo e ancora oggi tutti la ricordano come una squadra vivace e grandiosa in Formula 1."
Il mito di Ayrton
Ha condiviso momenti decisivi dentro e fuori dalla pista con Senna: qual è stato, secondo lei, l'aspetto più sottovalutato del suo modo di lavorare o del suo approccio mentale alla guida?
"Senna era, come tutti sapete, eccezionale, talentuoso, concentrato, disciplinato, gran lavoratore. Ma la sua più grande risorsa era che aveva una personalità incredibile. E nessuno potrebbe mai avvicinarsi a questa personalità.

Guardando al mondo della F1 oggi, ritrova in alcuni piloti attuali qualcosa del modo di essere o dell'approccio di Senna?
"No, penso che abbiamo un pilota che ora sta assumendo il ruolo di Ayrton negli anni '80 e '90, si tratta di Max Verstappen. Verstappen è eccezionale come lo era Ayrton. Ovviamente, Ayrton, come ho detto prima, aveva una personalità imbattibile. Ma dal punto di vista della tecnica di guida, della velocità, della perfezione, Max Verstappen assume il ruolo di Ayrton."
Cosa pensa della Ferrari quest’anno?
"È ancora un susseguirsi di alti e bassi, a volte va molto bene, a volte fatica e ha problemi. È un po' tipico della Ferrari, ma d'altra parte, lo sappiamo dal passato, ci vuole molto tempo, molta passione e costanza per tornare in testa, ma sono sicuro che alla fine ci riusciranno e che un giorno la Ferrari vincerà di nuovo il campionato."
Iscriviti alla newsletter
Le notizie più importanti, tutte le settimane, gratis nella tua mail
Commenti
Loading

