Stabilito chi e in che modo ha sbagliato, ora ci si aspetta azioni all'altezza della situazione, perché è in gioco tutta la credibilità dello sport
Budget Cap o Budget Flop? Questo è il problema. Ora che è stata acclarata in maniera chiara la violazione da parte della Red Bull (e in maniera minore da Aston Martin) non c’è nessuna certezza della pena. La partita è ancora aperta e si gioca nei tempi supplementari di una vicenda che continua ad avere zone grigie e sulla quale si allungano ombre, dilagano sospetti e sono costantemente in circolo veleni. Ci vorrà ancora del tempo prima di sapere quali sanzioni saranno comminate alla Red Bull che ha commesso una doppia infrazione: una di tipo procedurale e un’altra classificata come “minor overspend”, uno sforamento minore, inferiore al 5% del totale del tetto massimo dei 145 milioni di dollari.
Una cosa è certa: a mettere la parola fine non basterà il definitivo pronunciamento del Cost Cap Adjudication Panel (del quale fanno parte membri provenienti dall’Assemblea Generale della Fia e una rappresentanza di alcune squadre). Eventuali sanzioni saranno valutate e decise da questo organo ma al di là dell’aspetto procedurale è abbastanza evidente che in ballo c’è un problema serio di credibilità della F.1. Comunque vada a finire questa storia dai contorni impalpabili. L’affaire Budget Cap esplode in un momento in cui l’immagine della Fia è al minimo storico e con la reputazione compromessa. Su questa vicenda c’è in ballo molto del futuro. È un processo delicatissimo nel quale la Federazione si gioca definitivamente la faccia. Il presidente Mohammed Ben Sulayem ha preso personalmente in carico i prossimi passi dell’indagine. Inevitabile dopo che l’emiro aveva promesso trasparenza e integrità per i fatti di Abu Dhabi 2021.
Adesso le altre squadre si aspettano sanzioni severe, non una semplice multa che svuoterebbe l’anima delle regole finanziarie. C’è un’atmosfera pesante, un problema di metodo dentro a questa storia che potrebbe far esplodere definitivamente i precari rapporti tra la Fia e Liberty Media. Decisioni impopolari nel momento di maggior popolarità della F.1 sarebbero un colpo durissimo alla credibilità di uno sport che ultimamente ha creato disamore negli appassionati, increduli e frastornati dall’infinita scuderia di cavilli che popolano i regolamenti talmente incasinati che non li conosce nessuno. Nel frattempo Red Bull rimanda al mittente le accuse e continua a processare la propria innocenza: fa parte della strategia difensiva che potrebbe preludere a una sorta di patteggiamento. Adesso per non aggiungere disastro al disastro serve che la decisione arrivi in tempi brevi, evitando di allungare un’attesa che non fa bene a nessuno, un vero boomerang per la F.1. Procrastinare ancora il pronunciamento definitivo sarebbe davvero diabolico e lo sport più veloce del mondo tutto questo non se lo può assolutamente permettere.
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