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La crisi della Red Bull

La crisi della Red Bull

29 mar 2010

Poteva essere la rivincita di Bahrain. Invece il Gran Premio di Australia per Sebastian Vettel si è trasformato in un altro incubo. La Red Bull è certamente la monoposto più veloce, almeno in questa fase di avvio di campionato, ma l’affidabilità generale è ancora da venire. E il tedesco, poleman in Bahrain e a Melbourne, è frustrato. “Non ne posso più – ha pronunciato con tono seccato nel dopo gara – Non riusciamo a finire le gare. Ne abbiamo sempre una. Non si può andare avanti così”.
Il bilancio della Red Bull è davvero negativo: ai due ritiri di Vettel, entrambi per cedimento meccanico, si aggiunge l’errore di Mark Webber nella gara di casa: l’incidente che a tre giri dalla fine ha compresso il suo sesto posto e il quinto di Hamilton, in lotta con Alonso per la quarta posizione. Webber ha comunque stabilito il giro più veloce. L’australiano della Red Bull si è assunto la responsabilità dell’accaduto è si è scusato con Hamilton: “Mi dispiace, ma è stato tutto involontario. Ho perso improvvisamente il grip sulle ruote anteriori e la mia macchina ha toccato la McLaren. Sono davvero dispiaciuto per l’errore che ha coinvolto Lewis”.
Una ipotesi sulla fragilità della Red Bull – ma non va dimenticato che l’anno scorso Vettel era a zero punti dopo le prime due gare e poi ha sfiorato il titolo mondiale – è che nella fase di sviluppo lo staff tecnico abbia puntato a raggiungere subito le prestazioni e curato meno l'affidabilità.. Alla Red Bull non hanno però il tempo per rimediare alla fragilità generale della monoposto: il prossimo Gran Premio è già alle porte, il 4 aprile in Malesia.

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