È laconico il d.s. Red Bull Christian Horner quando tira il bilancio di questo Gp di Corea.
«La peggiore gara della stagione per noi. E’ stata una corsa difficile, con Vettel avevamo fatto tutto come andava fatto, aveva conservato bene le gomme per il finale di gara, poi c’è stato questo cedimento catastrofico del motore che ha rovinato tutto: abbiamo regalato al gara ad Alonso».

Vettel invece, che non si capacitava di essersi fatto sfuggire un trionfo ormai a un passo, spiega che il guasto è stato pressoché istantaneo. Non aveva avuto avvisaglie nei giri prima.
«Quando si è rotto il motore non potevo fare altro che parcheggiarmi. Non mi ha dato avvisi, se non sul rettifilo del traguardo, poche centinaia di metri prima».

Ma il tedesco non crede di aver perso le chances di lottare per il mondiale anche se è staccatissimo, fermo a 206 punti contro i 231 di Alonso: 25 lunghezze (pari a una vittoria): «Mancano ancora due gare, ci sono 50 punti in palio e io lotterò fino in fondo».

Ancor più deciso Webber, che ammette il suo errore: «Colpa mia: sono andato sul cordolo, ho accelerato in quel momento e la macchina ha pattinato e si è messa di traverso. Poi sono finito a muro. Un mio errore di guida, non ho scusanti. Ma sono ancora in corsa per il titolo».

Indirettamente il ritiro di Vettel lo favorisce nei giochi interni di squadra perché lui, a 11 punti, ha ancora reali chances di vittoria più del compagno e ora la Red Bull non potrà reprimerlo come ha fatto finora.
Dice ancora Horner: «Quello di Webber è uno dei suoi pochi errori di guida di quest’anno. E comunque i giochi non sono ancora fatti. Ci sono 50 punti in palio su due piste dove abbiamo già corso bene l’anno scorso (la Red Bull le vinse tutte e due: in Brasile trionfò Webber mentre ad Abu Dhabi s’impose Vettel, ndr). Webber è ancora secondo nel mondiale, Vettel è un po’ più indietro ma sono certo che possiamo recuperare».

In ogni caso, è stato chiarito che per il momento non si chiederà a Vettel di aiutare Webber nella rincorsa del titolo mondiale e di rinunciare quindi alle sue rimanenti possibilità.