Nonostante la presenza di un rettilineo di ben 880 metri, la pista di Barcellona si è sempre rivelata piuttosto ostica per i sorpassi. Nelle gare qui corse, è stata calcolata una media di soli 2,3 sorpassi effettivi in pista. Si spera che però in occasione di questo GP le cose cambino sensibilmente, grazie alle nuove norme che facilitano i sorpassi, in particolare la possibilità di impiegare l'ala mobile.
C'è un motivo tecnico ben preciso per cui la lunghezza del rettifilo del traguardo non ha favorito i cambi di posizione: la curva che vi immette, quella numero 16. Si tratta infatti di un curvone aperto e molto veloce, che quindi i piloti non possono sfruttare appieno per cercare di uscire più velocemente di chi li precede, magari adottando traiettorie che favoriscono l'accelerazione come invece avviene nelle curve più strette. Anzi, proprio l'alta velocità con cui si affronta l'ultima curva del tracciato è penalizzante, perché chi segue si ritrova con l'efficienza aerodinamica disturbata dalla scia: se non puoi percorrere la curva almeno alla stessa velocità di chi ti precede, è ovvio che pensare di attaccarlo subito dopo è davvero improbo.
Ma quest'anno le cose, come dicevamo, dovrebbero cambiare grazie al sistema DRS. Che, oltretutto, è stato ulteriormente favorito dalle decisioni regolamentari relative a questa gara. Infatti il punto in cui verrà misurato il gap fra due piloti per permettere l'utilizzo dell'ala mobile è stato posizionato subito all'ingresso di questa curva, e quello a partire da cui si può azionare il dispositivo è poco dopo l'uscita. Di conseguenza, i piloti avranno la possibilità di percorrere ben 830 metri ad "ala aperta" per superare l'avversario: si tratta della lunghezza più elevata finora messa a disposizione. In questo modo si auspica un sensibile incremento del numero dei sorpassi, avvicinandosi alla media di 24,5 registrata nelle prime gare di quest'anno.
Parlando di questioni normative sportive, al GP di Spagna ci sarà Mark Blundell nel collegio giudicante. L'ex pilota di F.1 (dal '91 al '95) e vincitore anche a Le Mans (1992), ora impegnato come manager e commentatore TV, affiancherà dunque per la prima volta Paul Gutjahr e Radivan Novak come "race steward".