In una singola gara, a Jenson Button è successo quanto a certi suoi colleghi capita in una stagione, o quasi. Oltre a subire come tutti lo stress di ben sei interventi della safety-car e dell'abbondante sospensione per pioggia, a Montreal è stato subito penalizzato per essere andato troppo veloce dietro la safety-car (ma come ha fatto?). Poi si è preso a ruotate con Hamilton, oltretutto avendo la meglio: non tutti possono raccontarlo... Lotta pure con Alonso e anche qui a rimetterci è più lo spagnolo, mentre lui deve fare quasi un giro con una gomma bucata. Finisce sotto investigazione in entrambi i casi, uscendone pulito ("incidenti di gara"). Infine, da ultimo che era, recupera, va come un razzo con le slick sulla sottile striscia di asfalto asciutto (ma le McLaren non avevano l'assetto da bagnato?), passa due "animali" come Webber e Schumacher in lotta fra loro, e infine fa sentire talmente il suo fiato sul collo di Vettel da portarlo all'errore proprio all'ultimo giro.
Non è poco, siete d'accordo? Una vittoria incredibile in una gara che tutti hanno definito d'antologia. Non c'è quindi da smentirlo quando lui stesso parla di "miglior vittoria della carriera".
«Non so che dire - è il commento completo di Button, ancora euforico - perché è stata una gara emozionante fin dal via. C'è stato l'incidente con Lewis, ma non l'ho visto. Mi sono scusato con lui. Ma anche da lì in poi è stata una battaglia. Ho preso anche un drive-through. Certe volte mi sembrava di aver passato più tempo in pit-lane anziché in pista... (6 volte ai box in totale, ndr) Una di quelle gare in cui ti senti nel nulla, e poi nel posto giusto. La strategia è stata buona, specie per il montaggio delle slick, ma siamo stati anche fortunati, a volte. Comunque conta essere davanti nell'ultimo giro, e io l'ho fatto anche se solo per metà: stavo attaccando Seb quando ha allargato sulla parte bagnata dell'asfalto, e ho colto l'opportunità. Una gara fantastica, mi sarei divertito anche senza vincerla. Ed è stata una vittoria incredibile, forse la mia migliore. Anzi, sì, decisamente la mia gara migliore».
