«Abbiamo spinto come matti», sintetizza Domenicali. ll successo della corsa Ferrari a Valencia è tutto qui. Su una delle tre piste della stagione più adatte alla Rossa (assieme a Montecarlo e Canada) perché non ha curvoni veloci che mettono in crisi telaio e gomme della 150° Italia, la Ferrari ha colto quasi il massimo che poteva fare: secondo posto con Alonso, quinto con Massa. C’è la soddisfazione di aver lottato e superato in pista una delle due Red Bull, quella di Webber. Ma anche l’amarezza di non aver avuto ragione con Massa della McLaren di Hamilton. E di qualche incertezza ai box nei cambi gomme.
Alonso da parte sua sa di aver fatto il massimo possibile. «Una gara davvero interessante per i tifosi e per la gente che dalla Tv ha visto la mia battaglia per tutta la corsa con Webber. All’inizio ero dietro, ho cercato di stargli vicino per sfruttare il pit-stop e poterlo così superare, invece sono riuscito a farlo in pista».
Una manovra aggressiva la sua, al 22esimo giro, con una staccata mozzafiato in fondo al rettilineo dopo avergli preso la scia grazie a Kers e ala mobile. Ma non è finita qui.
«Poi Webber mi ha ripassato al pit-stop - spiega Alonso - ma noi nel finale abbiamo fatto un’ottima strategia prima dell’ultima sosta restando fuori due giri più di lui. Grazie al vantaggio accumulato siamo riusciti a scavalcarlo. Finire in mezzo alle due Red Bull è il massimo di quel che potevamo aspettarci oggi».
Spiega l’ing Stella, ingegnere di Alonso: «In Canada forse eravamo ancor più competitivi che qui, dove non eravamo così sicuri di poter essere al passo con la Red Bull. Invece là abbiamo avuto sfortuna, qui abbiamo fatto scelte strategiche perfette, usato le gomme come meglio non si poteva e il risultato finale ci ha arriso».
Un pizzico di rammarico invece per il quinto posto di Massa che in partenza era scattato addirittura terzo sopravanzando Alonso e Hamilton. Ma stavolta a compromettere la rincorsa del brasiliano non è stato il suo solito errore di guida, bensì un problema alla gomma posteriore sinistra al pit-stop che gli ha fatto perdere tempo prezioso.
«Io ho aspettato proprio gli ultimi giri per montare le gomme dure perché non ero sicuro di come si sarebbe comportata la mia macchina con quei pneumatici - dice Massa - per quello sono rimasto fuori con le soft. Ma se non avessi perso quei 7/8 secondi al cambio gomme, sarei finito quarto davanti a Hamilton».
Però non è del tutto vero: Massa è troppo ottimista. Perché lui il pit difettoso l’ha compiuto al 32esimo giro restando fermo 8”6 invece dei soliti 4, quindi circa 4,5 secondi più del normale. Ma in corsa è arrivato dietro Hamilton di 5,5 secondi, quindi nemmeno con una sosta perfetta gli sarebbe passato avanti. Resta il fatto che la Ferrari deve imparare a migliorarsi nelle soste: a parte l’ultima sosta di Alonso in 3”4 i ferraristi impiegano regolarmente più di 4”, rimediando in ogni cambio gomme regolarmente dai 5 agli 8 decimi da Red Bull e McLaren. Oltre all’aerodinamica, la squadra deve migliorare anche in questo.