Toro Rosso di rimonta

Toro Rosso di rimonta

21 ott 2011

È la forza di crederci fino all’ultimo. All’ultimo passaggio dell’ultimo giro del Gran Premio della Corea, per l’esattezza. Una monoposto che ormai della Red Bull ha solo il logo infila il suo lunghissimo muso davanti all’orgogliosa Mercedes di Nico Rosberg. Bella storia, no? È successo davvero. Un sorpasso vero, pulito, fra due monoposto allo stesso livello di efficienza. Jaime Alguersuari settimo, Sebastien Buemi nono. Otto punti in saccoccia, il miglior risultato stagionale per la romagnola Toro Rosso; cioè la scuderia che una volta si chiamava Minardi.
 
E la Sauber nel mirino nella classifica del campionato Costruttori: soltanto tre punti dividono infatti la squadra di Faenza dall’équipe elvetica. Proprio così, nello scontro fra le due clienti del motore Ferrari, la Romagna si avvicina alla Svizzera. Non parliamo di due superpotenze della Formula 1, ma la Sauber ha un budget appena sotto i 100 milioni e la Toro Rosso qualcosa di meno.

E adesso sono lì, a giocarsela per il settimo posto nel mondiale riservato  ai Costruttori. Con la possibilità, se le cose andassero veramente bene, di portarsi a casa addirittura il sesto: 49 punti la Force India, 40 la Sauber, 37 la Toro Rosso. Con una differenza: gli italiani, in questo momento, sono quelli che ci provano di più. Avevano portato, in Giappone, un pacchetto di novità (come la Sauber, del resto), compreso lo scarico di nuovo tipo sulla monoposto dello spagnolo Alguersuari. Che si era puntualmente rotto. Ci hanno riprovato, e in Corea hanno puntato tutto sulla migliore arma a disposizione della Str-5: la velocità di punta.

“Potevo provarci solo così, contro Rosberg: è andata bene. Ho usato tutta la carica del Kers solo dopo la prima curva, in modo da potermi avvicinare tanto da poter attivare l’ala mobile”: Jaime Alguersuari, a fine gara, aveva il viso stanco ma incredibilmente soddisfatto. Dopo un 2010 che più triste non si può, la Toro Rosso ha di nuovo qualcosa per cui lottare. Forse la politica di tenere i piloti sulla corda, senza rinnovare ufficialmente il contratto, alla fine sta iniziando a pagare.

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