L'editoriale del direttore: Ferrari Pigliatutto
Ferrari domina nelle GT con la storica vittoria a Macao, mentre in F1 arriva a Las Vegas tra tensioni interne e bisogno urgente di reagire

Pubblicato il 30 giugno 2014, 17:36
Il Festival of Speed è una specie di grosso happening dove avviene di tutto, basta che sia in chiave mororistica. E gli oltre centomila spettatori hanno di che lustrarsi gli occhi. Quest’anno c’erano Lewis Hamilton che si divertiva a fare i tondi con la Mercedes F1, Buemi che si esibiva con la Toyota Ts040 di Le Mans, Loeb che guidava la Peugeot Pike Peak, Jackie Stewart al volante della Tyrrell F1 con cui vinse il mondiale 1973, la Maserati con tutte le proprie auto stradali e da corsa, per festeggiare i 100 anni del marchio. E centinaia di altre auto e moto da corsa, prima fra tutti la MV Agusta con Giacomo Agostini in sella.
Nella tenuta del proprietario c’è anche una stradina di 2 km che scala la collina e porta alla villa del padrone di casa. Durante il Festival of Speed quella strada diventa il nastro d’asfalto di una gara in salita con regolare cronometraggio. Balle di paglia ai lati come ai vecchi tempi, pubblico a incitare i campioni e godersi il rombo dei motori, e la sfida è lanciata. Con ogni tipo di veicolo da corsa.
La corsa di quest’anno l’ha vinta Sebastien Loeb, con la Peugeot 208 Pikes Peak in 44”60, che ha preceduto di oltre un secondo la Maserati MC12 guidata da Bartels, poi la McLaren F1 GTR coda lunga di Le Mans affidata all’ex vincitore di Indy 500 Kenny Brack, quindi una Nissan GTR Nismo, una Jordan F1 del 1991, una McLaren M8F Can-Am del 1970, la March F1 a sei ruote (di cui 4 posteriori), un esperimento di metà Anni ‘70 che non ebbe successo, e tante altre vecchie F1, vetture turismo e GT. Compresa la Toleman-Hart Tg184 ex Senna.
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