L'editoriale del direttore: Ferrari Pigliatutto
Ferrari domina nelle GT con la storica vittoria a Macao, mentre in F1 arriva a Las Vegas tra tensioni interne e bisogno urgente di reagire

Pubblicato il 13 settembre 2014, 19:47
Quando piove non ce n’è per nessuno. Roberto Merhi è capace di cose fuori dal comune e ancora una volta l’ha dimostrato. Nella bagnata gara 1 di Budapest della World Series Renault 3.5, lo spagnolo della Zeta Corse dopo una qualifica così così che lo aveva visto settimo, dopo tre curve era già secondo alle spalle del poleman Oliver Rowland del team Fortec. I due rivali hanno impresso un ritmo elevato alla corsa lasciando Pierre Gasly (Arden) solitario al terzo posto. Rowland si è difeso strenuamente fino al 6° giro, poi ha commesso un errore alla prima curva, arrivando lungo, permettendo a Merhi di prendere la prima piazza. Il ragazzo di Castellon che venerdì scorso era a Monza per debuttare in F.1 con la Caterham nel primo turno di prove libere, ha allungato giro dopo giro andando a vincere per la terza volta quest’anno dopo Mosca e Nurburgring. Secondo ha concluso Gasly che all’ultimo giro ha beffato Rowland.
Carlos Sainz, solo 14° in qualifica 1 per una bandiera rossa che lo ha stoppato nel suo giro finale, ha compiuto una poderosa rimonta concludendo 4°. Ma ora la sua leadership in campionato è seriamente messa sotto torchio da Merhi che gli ha rosicchiato 13 punti e da meno 39 che era si ritrova a meno 26. Campionato assolutamente riaperto dunque. Bene Matthieu Vaxiviere, quinto con la Dallara Lotus Charouz mentre ha impressionato Esteban Ocon. Il leader del FIA F.3 che a Budapest ha debuttato in WSR con la vettura della Comtec, dopo una eccellente qualifica che lo ha visto sesto, ha concluso la gara al nono posto. Non certo facile per lui adattarsi sul bagnato ai 530 cavalli della Dallara-Zytek. Bella rimonta per Luca Ghiotto: subito out in qualifica 1, partito 21°, il vicentino della Draco ha tagliato al traguardo 11° in scia a Jazeman Jaafar (ISR), ultimo a prendere punti. Peccato per quel banale errore in qualifica di Ghiotto perché il potenziale per puntare a un risultato importante c’era tutto.

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