Arriva nel 2017 la Class One

Si sta prefigurando una possibile categoria a ruote coperte che unificherebbe DTM, SuperGT giapponese e anche Imsa
Arriva nel 2017 la Class One

Pubblicato il 1 ottobre 2014, 00:39

Continuano gli “avvicinamenti” fra organizzatori e concorrenti delle serie DTM e SuperGT, cioè i campionati per vetture a ruote coperte tedesco e giapponese, e dall’ultima riunione congiunta a Tokyo di fine mese è scaturita la volontà di creare nel 2017 una categoria di respiro globale che si chiamerà “Class One” e che ha colto l’interesse anche della Imsa americana.

Già oggi, a seguito di accordi precedenti, le serie tedesca e giapponese corrono con macchine molto simili per quanto concerne la parte telaistica e aerodinamica, differendo però a livello di propulsore: V8 di 4.000 cc nel DTM, 4 cilindri turbo di 2 litri nel SuperGT. E sarà proprio quest’ultima configurazione quella scelta per la futuribile supercategoria, vuoi per questioni commerciali, vuoi per aspetti legati ai costi. Per quest’ultimo motivo si pensa anche a porre dei limiti in quanto a giornate di test, pneumatici e così via.

Tutte queste cose sono state discusse all’interno del cosiddetto “steering committee” (che potremmo tradurre un po’ liberamente come “Commissione per il cambiamento”) fra costruttori coinvolti, ITR e GTA, cioè gli organizzatori delle serie tedesca e giapponese (nella foto sotto, i partecipanti). Ciò dovrebbe portare a vetture del tutto simili ai “mostri” che corrono in DTM e SuperGT, con motori capaci di erogare circa 600 cavalli, e con la possibilità di coinvolgere altri costruttori oltre a quelli “soliti”.

Ma soprattutto si riuscirebbe a unificare tecnicamente due-tre campionati di notevole rilevanza (che continuerebbero a chiamarsi come ora) consentendo di correre con le stesse macchine di qua e di là degli oceani, a chi lo volesse. Quindi non solo in Europa e Giappone, ma anche in Usa, probabilmente in una serie “sprint” parallela all’attuale Tudor Uscc invece improntata più alle gare di durata (minimo 2 ore e 45 minuti). Potendo inoltre pensare a una sorta di “finalissima mondiale” fra i migliori dei continenti coinvolti.

Maurizio Voltini

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