Caro Lando, lo Squalo sta arrivando!

Pubblicato il 1 dicembre 2025, 10:54 (Aggiornato il 2 dic 2025 alle 09:32)
Il peso di un titolo per cui nessuno dei due era stato scelto
Fateci caso: sia Piastri che Norris dal dopo Zandvoort a oggi hanno dato il peggio quando si sono sentiti dire che il titolo mondiale ormai era sicuramente vinto da prima dall’uno e poi dall’altro. Come se la preinvestitura, la nomination virtuale, l’endorsement logico-matematico di per sé fosse una specie di ansiogena e soffocante camicia di forza. Piastri e Norris sono due che hanno dimostrato, paradossalmente, più di soffrire i momenti di gloria che quelli di punitiva sconfitta.
Di più: entrambi hanno dato il meglio subito dopo aver raggiunto il peggio del peggio. Lando è ridecollato nel dopo Olanda, quando ci si era messa la sfiga a tarpargli le ali, mentre Oscar è rinato appena uscito dall’inferno di Las Vegas, laddove per la prima volta è stata la McLaren a sbagliare, di un micron ma di suo.
Morale della favola, l’Arancia Meccanica paga in modo significativo e ansiogeno di avere in lizza per il mondiale due piloti che in origine non aveva scelto, contrattualizzato e schierato per diventare iridati. Due totalmente privi di esperienze di lotta diretta per il titolo. Lanciati agli onori delle cronache dalla prima storica affermazione della McLaren dell’era Stella, nella sprint race del Qatar 2023 con Piastri e dall’altro centro tosto, a Miami 2024 con Norris.
Sei piloti in tre caschi: l’altalena emotiva del 2025
E così questo, più che il mondiale Piloti degli assetti, delle gomme, dei telai e dei motori, sta sempre più diventando una sfida di Uomini. Di testa. Soprattutto di nervi. Di carattere e attributi. Presenti o momentaneamente assenti. Ma, attenzione, non a tre, ma a sei contender in campo.
Ci sono il Norris buono e quello autolesionista, quindi il Piastri tosto e quello che si fa autogol e due Verstappen: quello fortissimo e l’altro cattivissimo, i soli che spingono entrambi dalla stessa direzione costruttiva e fondante. Al di là delle ragionieristiche alchimie dei punti, che alla vigilia dicono tanto ma non spiegano tutto, attenzione, adesso, perché Abu Dhabi potrebbe aprirsi a qualsiasi scenario. Max è il solo che non ha niente da perdere e l’unico dalla psicologia corazzata.
E guai dire vinca il migliore, perché sarebbe come schierarsi per lui.
(3/3).
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