Ferrari, non doveva andare così

Per la quinta volta in 12 stagioni la Rossa chiude senza successi: brutto modo di salutare il V6 ed un ciclo tecnico inaugurato vincendo
Ferrari, non doveva andare così
© Getty Images

Matteo NovembriniMatteo Novembrini

Pubblicato il 9 dicembre 2025, 07:27 (Aggiornato il 9 dicembre 2025, 11:22)

La Rossa, come ha sempre ripetuto Vasseur, ha provato ad estrarre il massimo del “potenziale” dalla macchina: solo che se il potenziale non c’è, c’è poco da fare. È così che sono nate prestazioni avvilenti, con una squadra in cui l’impatto morale della rassegnazione per un progetto sbagliato è stato più grande di quando avrebbe immaginato anche il team principal. La SF-25, che rispetto alla SF-24 aveva cambiato molto, nella sua vita agonistica ha ricordato più la SF-23 che la macchina dell’anno scorso: ampiamente deludente nel rapporto tra aspettative e risultati, complessa da capire ed imprevedibile in tante circostanze, e per questo capace sia di picchi prestazionali sorprendenti ma anche di fragorose ricadute tra una pista e l’altra.

Come la SF-25, anche la SF-23 era nata con un vizio di progetto ben difficile da risolvere: solo che sulla 675 aveva avuto senso lavorare in epoca di stabilità regolamentare, dalla 677 invece ben poco verrà portato sulla vetture del 2026. Come si è visto nelle FP1, neanche il volante sarà lo stesso.

Una sola certezza per il 2026: sarà decisivo

A proposito del GP Abu Dhabi, tutti in Ferrari possono tirare un bel sospiro di sollievo: meno male che è finita, possono ripetere in coro. Vale per team principal, tecnici, meccanici e piloti: a nessuno mancherà la sensazione d’impotenza vissuta in questa stagione. A Yas Marina, la Rossa ha chiuso in maniera un po’ più dignitosa rispetto alle uscite di Las Vegas e Losail: dopo venerdì, il team ha puntato su un assetto che andasse a privilegiare il carico rispetto alla velocità sul dritto ed ha pagato, nei limiti di quanto potesse pagare: battuta facilmente la Mercedes, con Leclerc alle spalle di McLaren e Verstappen. Poteva essere addirittura l’ago della bilancia, Charles, di questo mondiale: ma mentre lui era a tutta, Norris era semplicemente in controllo di un podio mai veramente sfuggito di mano a Lando.

Le sensazioni alla guida di Leclerc non sono state neanche così male a sentire il pilota, sorpreso lui stesso da quel tipo di ritmo: ma finire con certi numeri fa male, non solo perché la Ferrari con il 2025 è tornata ai livelli del 2021 (se si tolgono le sprint, la SF21 ha fatto 14,66 punti a gara, la SF-25 15 tondi: conto praticamente identico), ma perché ha chiuso a testa bassa un’era che aveva inaugurato vincendo.

Perché anche se fa strano ricordarlo, l’era delle monoposto a effetto “Venturi” era cominciata con una perentoria doppietta a Sakhir 2022, con Leclerc davanti a Sainz: la McLaren quel giorno era anonima in mezzo al gruppo, la Red Bull si leccava le ferite per un doppio ritiro. Purtroppo, “chi ben comincia è a metà dell’opera” è un detto che a Maranello non funziona: anche nel 2017 avevano inaugurato un nuovo regolamento vincendo, ma poi i titoli non sono arrivati.

Dal 2022 al 2025, è stato lo stesso. Non resta altro che attendere, tra speranze e timori, il 2026, un anno che per molti sarà probabilmente decisivo per i destini di tanti. Con la probabilità che può scadere nella certezza, se le cose andranno di nuovo molto, molto male.

(2/2).

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